Gli ebrei venivano tatuati sull'avambraccio sinistro dapprima attraverso uno speciale timbro di metallo, sul quale venivano fissate cifre interscambiabili, fatte di aghi della lunghezza di circa un centimetro e successivamente attraverso il ricorso a singoli aghi; l'operazione durava meno di un minuto ed era lievemente dolorosa. Attraverso quest'azione il loro nome non esisteva più, erano divenuti un num
ero (in basso un ebreo mostra il suo codice).
Erano tatuati tutti meno che i prigionieri politici, cioé i tedeschi, che benché detenuti (solitamente per reati comuni come omicidi, furti, ecc), e contrassegnati con un triangolo verde, non erano "numeri" perché comunque considerati cittadini.

Bisognava imparare a distinguerlo e a pronunciarlo in tedesco perché quel numero era tutto: serviva a rispondere all'appello mattutino e serale, o quando si distribuivano la zuppa quotidiana; serviva quando chiedevano chi avesse le scarpe da cambiare o quando si sentivano male e si mettevano in fila per l'infermeria.
Il fatto di numerare i prigionieri (haftlinge) faceva parte del processo di demolizione dell'uomo: gli ebrei non avevano più un nome, erano solo un numero.Erano tatuati tutti meno che i prigionieri politici, cioé i tedeschi, che benché detenuti (solitamente per reati comuni come omicidi, furti, ecc), e contrassegnati con un triangolo verde, non erano "numeri" perché comunque considerati cittadini.
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