sabato 29 maggio 2010

Moda, vip e mass-media

Nel nostro secolo il tatuaggio si è lentamente scrollato di dosso gran parte dei pregiudizi e della cattiva fama che lo accompagnavano, conquistandosi un consenso che è andato sempre più allargandosi, fino ad esplodere in quella vera e propria mania che dilaga oggi fra i giovani e persino fra i meno giovani, in generale anche senza grosse differenze di sesso ed estrazione sociale ( in foto il calciatore D.Beckham e i suoi numerosi tatuaggi).

Un ruolo importante in questo sviluppo in un certo senso anche rivoluzionario spetta di sicuro ai mass media; al cinema, per esempio: il tatuaggio è stato infatti rilanciato anche da pellicole di successo.
Ma il tatuaggio oggi è per tutti; oltre ai media anche molti personaggi famosi, che comunque sono sempre al centro dell'attenzione della stampa o della televisione, danno il loro personale contributo all'ulteriore rafforzamento del fenomeno tatuaggio. Anche su quotidiani e riviste specializzate spesso compaiono foto, magari indiscrete, ed articoli sui tatuaggi dei vip.

Sempre più persone stanno scoprendo la cultura del tatuaggio, la sua lunga storia di tradizione, stili espressivi, tecniche e valori; ma contemporaneamente è per tanti altri una semplice moda, l'adesione passeggera ad un certo look che ora fa tendenza. Si tratta perciò di consumatori più infatuati che convinti, che al massimo azzardano disegni facili da nascondere, soggetti di piccole dimensioni. Molti sono più sicuri sulle dimensioni che sul contenuto che scelgono, l'importante infatti è avere un tatuaggio, bello, mentre meno rilevante sembra essere quale.

giovedì 27 maggio 2010

Quando il tatuaggio significa sofferenza

Pensare al tatuaggio come scelta sempre libera ed individuale è completamente sbagliato se, facendo un balzo indietro nel tempo, si pensa agli ebrei detenuti nei campi di concentramento per volontà di Hitler e del suo disegno di distruzione di questa razza.
Gli ebrei venivano tatuati sull'avambraccio sinistro dapprima attraverso uno speciale timbro di metallo, sul quale venivano fissate cifre interscambiabili, fatte di aghi della lunghezza di circa un centimetro e successivamente attraverso il ricorso a singoli aghi; l'operazione durava meno di un minuto ed era lievemente dolorosa. Attraverso quest'azione il loro nome non esisteva più, erano divenuti un numero (in basso un ebreo mostra il suo codice).
Bisognava imparare a distinguerlo e a pronunciarlo in tedesco perché quel numero era tutto: serviva a rispondere all'appello mattutino e serale, o quando si distribuivano la zuppa quotidiana; serviva quando chiedevano chi avesse le scarpe da cambiare o quando si sentivano male e si mettevano in fila per l'infermeria.
Il fatto di numerare i prigionieri (haftlinge) faceva parte del processo di demolizione dell'uomo: gli ebrei non avevano più un nome, erano solo un numero.
Erano tatuati tutti meno che i prigionieri politici, cioé i tedeschi, che benché detenuti (solitamente per reati comuni come omicidi, furti, ecc), e contrassegnati con un triangolo verde, non erano "numeri" perché comunque considerati cittadini.

sabato 22 maggio 2010

Lo sapevi che...

Eseguire un tatuaggio implica dei rischi sanitari che non vanno assolutamente sottovalutati.
E’ fondamentale innanzitutto che i tatuaggi vengano eseguiti in ambienti adatti, ben puliti ed areati, e tramite l’uso di apparecchiature sterili e monouso. Solitamente le apparecchiature vengono sterilizzate con vapore saturo ottenuto da autoclavi testate. I test delle autoclavi devono essere conservati nello studio del body artist e, se richiesti, devono essere esibiti ai clienti.
Al cliente che si reca per la prima volta nello studio di un tatuatore professionista viene dato un questionario igienico sanitario da compilare. Inoltre un tatuatore serio si preoccupa di capire quali siano le vere motivazioni del cliente ed evitare che questi, mosso da motivazioni passeggere o poco rilevanti, si sottoponga ad un trattamento del quale poi potrebbe pentirsi.
Nell’esercizio del suo lavoro, egli deve inoltre indossare sempre guanti, camice e mascherina.
Le infezioni che si possono contrarre in caso ciò non avvenga sono l’epatite B e C, il tetano e l’AIDS.
Un altro rischio più raro, ma comunque pericoloso, si riferisce all’insorgere di reazioni allergiche rispetto ai pigmenti dei coloranti utilizzati. Solitamente sono alcuni pigmenti rossi e verdi a determinare la reazione allergica. La pelle reagisce gonfiandosi, prudendo ed infettandosi.

Ogni cultura, che sia essa polinesiana o giapponese, assegna ad ogni simbolo un significato ben preciso, sarebbe quindi cura del cliente informarsi riguardo al significato del soggetto scelto.
È da ricordare che nelle società tradizionali l 'uso improprio del simbolo rasenta il sacrilegio.




<<...perchè l'arte non si esprime solo su una tela!>>

Fonte: http://www.tattoo-piercing.biz/approfondimenti/normeigieniche

giovedì 20 maggio 2010

Qual è lo stile che fa per TE?

Tatuarsi non vuol dire solo disegnare sulla pelle,ma rappresentare una parte di sè; bisogna quindi trovare il proprio stile...ecco i principali:

Old school: I tatuaggi "old school" sono caratterizzati dalle linee nette e squadrate,dall'uso massiccio del nero e dalla colorazione piatta e senza sfumature.
I soggetti sono quelli della tradizione europea e americana: rose, pugnali,cuori sacri, pin up e simbologie marittime come sirene, ancore e navi.

New school: I tatuaggi "new school" si rifanno alla "vecchia scuola" ma esasperandone le caratteristiche, quindi linee ancora più grosse e colori super luminosi.

Realistico: I tatuaggi "realistici" sono copie della realtà; possono riprodurre ambienti, oggetti, animali e addirittura ritratti di persone e volti. Questo genere di tatuaggio è caratterizzato dall'assenza di linee di contorno e dalla lavorazione delle sfumature su più livelli di colore, questo per garantire all'immagine una verosimiltà.

Tribale: è il nome che viene dato a quella categoria di tatuaggi che si è affermata a partire dai primi anni novanta e che si basa sui tatuaggi tradizionali degli indigeni delle varie isole del Pacifico (Samoa, Isole Marchesi, Hawaii), dei Dayak del Borneo,dei Maori della Nuova Zelanda e dai Nativi Americani.
Lo stile tribale è caratterizzato da disegni astratti, formati da linee dalla silhouette molto marcata, di solito riempiti totalmente di nero. Spesso i disegni vengono effettuati in maniera tale da enfatizzare le linee naturali del corpo e della muscolatura.


Lettering
: Stile di tatuaggio in cui delle parole o frasi sostituiscono o integrano i disegni. Di solito vengono scritti il nome del proprio partner, messaggi politici o motti di varia natura
.

Biomeccanico
: Ispirato ai lavori di Hans Ruedi Giger questo tipo di tatuaggi ha avuto il suo momento di gloria negli anni ottanta e nei primi anni novanta. I tatuaggi biomeccanici di solito rappresentano creature composte da organi o membra umane fusi indissolubilmente con parti meccaniche.


Fonte: http://www.tatuatitu.com/index.php/Stili-di-tatuaggio.html

Una sola Arte, diverse tecniche

Ci sono varie tecniche per eseguire un tatuaggio.
Gli Inuit usano degli aghi d'osso per far passare attraverso la pelle un filo coperto di fuliggine.
Nelle zone oceaniche il tatuaggio viene eseguito tramite i denti di un pettine di osso che fermato all'estremità di una bacchetta, e battuto tramite un'altra bacchetta,forano la pelle introducendo il colore, ottenuto dalla lavorazione della noce di cocco.
I giapponesi, con la tecnica detta "tebori", usano sottili aghi metallici e pigmenti di molti colori, ed introducono nella pelle sostanze di natura chimica diversa e di colore diverso. La tecnica giapponese prevede che gli aghi siano fatti entrare nella pelle obliquamente, con minor violenza, ma comunque in modo abbastanza doloroso.
Il tatuaggio occidentale viene invece eseguito tramite una macchinetta elettrica, cui sono fissati degli aghi in numero vario a seconda dell'effetto desiderato; il movimento della macchinetta permette l'entrata degli aghi nella pelle (a sinistra un' immagine dello strumento).
Infine la tecnica americana (che è diventata la tecnica occidentale) ricorre alla macchinetta elettrica ad aghi,determina sensazioni calde, vibranti, ma non dolorose. La componente della sofferenza segna una netta spaccatura tra il tatuaggio odierno, di stampo occidentale, e quello del passato, diffuso in Asia, Africa ed Oceania.
In tali contesti l'esperienza del dolore è fondamentale,in quanto avvicina l'individuo alla morte e la sopportazione del dolore diventa esorcizzante;Oltre all'esperienza del dolore, è indispensabile la perdita di sangue.
Il sangue è l'indicatore per eccellenza della vita: spargere sangue, in modo controllato e ridotto,quando si esegue un tatuaggio, significa simulare una morte simbolica.

Fonte: http://www.tatuatori.it/le-tecniche
Fonte Immagine: http://it.wikipedia.org/wiki/File:NicksGun.jpg

venerdì 14 maggio 2010

Breve sguardo alla storia dei tattoo

Sin dalla notte dei tempi, nel corso della storia, l’essere umano ha “marchiato” deliberatamente la propria pelle in modo permanente, per un’infinità di motivi. Citeremo fra tanti, solo i più frequenti: riti di passaggio, protezione contro i demoni, ostentazione di status sociale ed economico, terapia medica, beatificazione e persino garanzia per accedere all’Aldilà dopo la morte. Comune denominatore che sottende tutte queste esperienze è il concetto di base secondo il quale il tatuaggio è portavoce di un “messaggio sociale”, una libera forma di espressione in grado di rivelare e manifestare concetti differenti…dunque un vero e proprio mezzo di comunicazione.
La parola tatuaggio deriva dal polinesiano "tatau" che letteralmente significa battere o marchiare e indica il picchiettare del legnetto sull'ago per bucare la pelle (a destra uno dei primi strumenti utilizzati dagli Inuit per tatuare).
L'introduzione di questo termine polinesiano è da attribuire al capitano James Cook che nel suo diario descriveva la tecnica del tatuare degli indigeni polinesiani. Da “tatau” quindi poi derivò la parola inglese tattoo.
I marinai della truppa del capitano si facevano tatuare durante i loro viaggi in oriente, imparavano le tecniche, cominciavano a tatuarsi a vicenda e nel giro di pochi anni in tutti i grandi porti europei e americani si poteva trovare un tattoo shop. Possiamo quindi confermare, senza ombra di dubbio, che il tatuaggio è stato diffuso in occidente dai marinai e adottato poi dal popolo e dall’aristocrazia.
Gli Egizi li usavano durante le cerimonie funebri, a Roma i Legionari si tatuavano sul braccio il nome del loro generale o dell'imperatore e la data del loro arruolamento. I Celti adoravano come divinità anche animali quali il toro, il cinghiale, il gatto, gli uccelli e i pesci e in segno di devozione se ne tracciavano i simboli sulla pelle. I Britanni si facevano sul corpo incisioni di varie forme e figure che riempite con un succo di colore scuro, davano loro una tinta che non si cancellava mai. Fra i primi cristiani era molto diffusa l'usanza di tatuarsi un tau, la figura delle croce di Cristo, sulla fronte. I Turchi si tatuavano simboli religiosi per garantirsi una sepoltura in terra consacrata.
Così a mano a mano il tatuaggio venne sempre più conosciuto ed apprezzato fino ad arrivare ai giorni nostri dove ormai è possibile trovare diverse tecniche e farsi tatuare ciò che più ci piace in qualsiasi parte del corpo.

Fonte: http://www.pagantattoo.it/documentazione.html
Fonte immagine: http://www.digilander.libero.it/atawhai/Tattoo